giovedì 16 agosto 2012

Processo Tibetano (breve)



Senza muri l’aula giudiziale
grande, vastissima,
aula magna
a fine di una strada che sale
lungo un precipizio,
una vista amplissima
aperta sulla montagna:
questo il luogo del giudizio.

Al crocicchio
in margine ad un podere
con uno spicchio di casa,
si riuniscono tutte le sere
i litiganti, Lhasa
è lontana…

In vetta alla strada
il giudice aspetta
seduto all’aperto
e comunque vada
prende avanti il compenso
e lascia gli scarti:
chiede, tacita, ascolta
poi sentenzia, congeda le parti
e allontana gli astanti.

Questo è l’uso:
giustizia è fatta, il caso è chiuso
la seduta è tolta.

Dietro il muro
recupera il compenso
e ancora una volta
pari e patta. Poi si smette,
si fa scuro.

Una pallida luna
irridente
colora le occidue vette.

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