Senza muri l’aula giudiziale 
grande, vastissima, 
aula magna 
a fine di una strada che sale 
lungo un precipizio,
una vista amplissima 
aperta sulla montagna:
questo il luogo del giudizio.
Al crocicchio 
in margine ad un podere 
con uno spicchio di casa, 
si riuniscono tutte le sere 
i litiganti, Lhasa 
è lontana…
In vetta alla strada
il giudice aspetta 
seduto all’aperto 
e comunque vada 
prende avanti il compenso 
e lascia gli scarti: 
chiede, tacita, ascolta 
poi sentenzia, congeda le parti 
e allontana gli astanti.
Questo è l’uso: 
giustizia è fatta, il caso è chiuso 
la seduta è tolta.
Dietro il muro 
recupera il compenso 
e ancora una volta 
pari e patta. Poi si smette, 
si fa scuro.
Una pallida luna 
irridente 
colora le occidue vette.
 
