sabato 16 febbraio 2008

Novellette Semipoetiche


  
NOVELLETTE SEMIPOETICHE
di me, di animaletti e d'altro




in arte musicale la novelletta è breve
composizione pianistica, descrittiva

n.d.a.
















“ ad Alessandra, diletta imprendibile chimera”















































I




Rifuggo il troppo molle
rimare di parole
come il tortuoso
ondeggiamento del pensiero.

Preferisco battere un sasso
per scoprire a volte
un idrofobo verme antico
che incrina la pietra
dei dizionari.





































II



Non fui felice mai, solo a momenti.

L'infanzia fu piena di gridi
e di richiami.

La tua voce sola
ora mi appaga
di navi che ho lasciato partire
di primo mattino.








































III




Non ho capito il punto, l'equazione
l'equivoco del gioco.

Altri parametri
hanno retto altre funzioni:
altre volte, non questa.

Se il sangue tarda a prendere il suo ritmo
dentro
senza trasalimenti
l'ulivo è secco !

Vorrei avere meno anni,
un bivio per giocarmi la vita
ancora una volta
e un'anima diversa.




























IV





Le migliori forse non si scriveranno mai
perché il pensiero
ti brucia a mezza strada
sempre tra un treno e l'altro
o ti manca una penna.

E un giorno dopo
il viso che incontri è già diverso.

O sei mutato tu.





































V




Non ho visto stomi passare
tanti gridi ho udito fino a sera.

Il giorno dopo
era mutata una stagione.













































VI




Son fermo là.

Ho posato vangelo e coltello
la vita l'ho bevuta in un fiato
a garganella
e ancora mi batte la testa.

Vorrei tacere ora di me.

Un pudore umano
frena tanti moti,
una mancata carica
volontariamente
fissa un'ora al quadrante.

La ruggine fa il resto.



























VII







Quando mi chiedi di raccontarti
una storia, esito.

Tra il vero e il falso
l'inganno è troppo semplice.

Non sempre sono belle, vere mai,
ho perso fantasia.

E l'ingannato
a volte
è proprio il tuo papà.

































VIII





Ci ritroviamo ancora
faccia a faccia.

Gli anni han mutato i contorni
qualche piega è più fonda
altro forse lo sguardo.

Abbiamo antichi discorsi
da riprendere.

Vive un po' in me quel tempo
a strappi
come è stata fin qui la mia vita
solo un'effimera continuità.

Ho mutato tanti compagni
tante solitudini. Non ho radici.

Ad un bivio
a bussola è impazzita.























IX







Una vuota bottiglia
che male galleggia
ma l'acqua troppo mossa
non riesce a entrare
nell'esigua imboccatura.

Nessun messaggio del naufrago
a chi è rimasto a terra.








































X





La vita di un poeta
son poi dieci minuti
di folgore
e tanti anni di digiuno.

Ci si nutre di bacche
e pane secco
rubato agli uccelli.

Ma poche cose s'è fatto
per tentare un volo.





































XI



Non fa grinze perché
è nell'ordine naturale delle cose.

Non è un buon frutto
che risana quello marcio,
la natura è perfetta
anche quando decompone.

E solo moscerini sciamano
nel punto più fetido.





































XII






Codici, percentuali
artifici insulsi che mastichiamo
come chewing-gum
nevroticamente
nvece di...

Rosei cherubini
pisciano sulle carte !




































XIII







Di furia o con pazienza
d'impeto con scaltrezza
di mestiere o tentoni
si cerca sempre un limite
o il segno del percorso
che ti porti avanti
verso la fine.

A volte solo della paura
ma sempre avanti.
































XIV



Allontaniamo da noi
tutti i pensieri
come mosche
prima di un temporale.

Fido è più logico,
finge di dormire
e le inghiotte
con un colpo di lingua.











































XV




Il giorno ha avuto
ha sempre la sua logica:
lenti ruotismi attorno
un  punto fermo.

Ma cosa diremo poi del gesto
insensato,
quando anche il giorno
è stato un attimo di più
nell'aria
come un aquilone !


































XVI






Vediamo tutto
come da un treno in corsa.

Solchi e orizzonti
- quel giallo dei campi ! -
ruotano attorno un perno
perso non si sa dove nella pianura
che percorriamo.



































XVII





La zingara beveva caffè
nella stazione
come una regina.

Gonne di fiori ,
tutta una primavera,
e un laccio nei capelli.

Sciamava dietro di lei
un fiume di gente accaldata
e di pensieri.







































XVIII





La logica più sottile
è degli animali.

Solo gesti essenziali,
secrezioni ordinate.

Come il ragno
che sputa angoli eguali
per un agguato alla mosca.


































XIX





Non riesco a togliermi di mente
quello che stavamo dicendo
appoggiati con le spalle al muro,
e poi, colti di sorpresa
da quel volo di folaghe...

Un attimo irripetibile,
radendoci,
è piombato sul fiume.

Tutto è come fermo.

Aspettiamo qualche evento
che ci faccia tremare i ginocchi
o perdere
il colore del viso.
































XX




Due rette parallele
in spazio aperto
tendono all'infinito.

Chi si alza troppo
per volerle inseguire con lo sguardo
se le trova alla nuca...

Anche secondo i matematici !









































XXI




Nutriamo sopra di noi,
nelle pieghe più riposte del corpo,
parassiti
che sfruttano la situazione,
il nostro senso mdi pudica
tolleranza.

Dovremmo lavarci
mattino e sera
come scrupolosi igienisti
invece di commettere
errori di metodo.

































XXII




In tutte le cose che ci acquietano
c'è sempre qualcosa,
un ricordo che ci porta indietro.

Ad atterrirci davvero
sono le cose impensate
ed il futuro.













































XXIII




Una siliqua, molto decoro
non colore vivo,
niente umore,
anche il vaso inutile
o la bottiglia:
è secca !


































XXIV





Possiamo nutrirci
della parte buona del frutto bacato
e lasciar vivere il verme:
nessuno però ci dice
di non scartare i suoi escrementi.










































XXV





Adattiamoci al limite
della nostra immaginazione.

Altrimenti un matematico
fa credere
che due rette parallele
prima o poi
si incontrano
vicino a casa tua.








































XXVI




Una casa è una casa
un porto è un porto
anche se qualche barca
rompe gli ormeggi e qualche fascio
si spezza contro il molo
qualche berretto
vola sotto l'incalzare
del maestrale.






































XXVII





Anche oggi
il giorno si è concluso.

Tanti chilometri
scartoffie, tante parole, volti
sbarbati da burocrati.

E infine due liriche
per compensare tutto.






































XXVIII




Perso il contatto
mi tengo anch'io sul margine.

Come il vecchio lupo di mare
sbarcato per vecchiaia
sogno vele e naufragi
seduto sulla banchina.


































XXIX




Si cerca sempre in un cielo stellato
un meteorite o un punto vivo
che si spegne all'orizzonte
per essere testimoni
di qualcosa
che non si ripete.







































XXX





Ad ogni incontro
c'è sempre una parte di noi
che si frantuma ogni volta,
il punto debole del sistema...










































XXXI






La vita in ogni modo
bisogna viverla e comunque
tenerla viva.

Come il marinaio
che, contro vento, con un cerino
fa fumare tutta una barca.








































XXXII






In questo giorno di sole
che come un lampo
squarcia il lungo grigio dell'inverno
si aprono le case,
si battono i tappeti,
si mette ogni cosa all'aperto
e i divani sul balcone.

Si fa pulizia della polvere
che abbiamo attribuito
ai nostri avi.































XXXIII






Lo spazio ci fa convivere,
unisce di noi contrasti
e cose disuguali.

A ben considerare
a non espellerci,
infima ragione,
è ormai solo l'inerzia.








































XXXIV




Non ho avuto mari o fiumi
fuori dall'uscio o a fondo valle.

L'Agri o il Guadalquivir
il fragore del mare
erano altrove.

Pozze d'acqua piovana
hanno ingoiato le mie zattere
assaltate dai ranocchi.




































XXXV








Tutto un monte di fogli
in cui si salvano
solo qualche verso
e qualche annotazione.

Come la vita !

Di tutti i giorni spesi
solo qualcuno
vero.




































XXXVI





Nessuno di noi
ha l'aspetto della serpe
eppure il rettile
è entrato fra noi.

In chi si nasconda
è tutto
il nostro disagio.

Ma prima o poi
qualcuno di noi
griderà.

































XXVII





Per scrivere qualche verso
c'è bisogno di un lungo
assedio
o basta il lampo
di un dolore.












































XXXVIII





Chi dice che non sia più giusto
il tuo pensiero?
Il mondo non è fatto per l'uomo
se i luoghi più belli
sono inaccessibili.

A ben considerare
l'ordine superiore
è il vegetale.
Prima ti nutre
e poi col tempo
ti riprende.


































XXXIX




Più lento il ritmo
del sangue, il cuore sembra
chiudere le porte in faccia
a qualcuno
per riposare. Del giorno
restano poche cose
ultime a spegnersi.

Pendii colle salti e fossati...

Come la volpe braccata
ho lasciato lembi di me
dappertutto
e pelo su fili spinati.































XL





Come attorno un cespuglio
due cani s'inseguono
l'un l'altro, si cercano
notte e giorno,
la vita e il suo contrario.




























Translate